lunedì 25 luglio 2011
sabato 23 luglio 2011
lunedì 18 luglio 2011
domenica 10 luglio 2011
WOW Tour nuove date

12 luglio - Flippaut Reloaded Festival (Vigevano)
16 luglio - Italia Wave Love Festival (Lecce)
17 luglio - Villa Ada (Roma)
20 luglio - Rockin Umbria + Maybe I’m Umbertide (PG)
22 luglio - BMN Live (Potenza)
29 luglio - Lazio WAVE (Arpinia) (FR)
30 luglio - Suoni modesti festival + Mariposa (Guardiagrele)(CH)
31 luglio - Voci dal Sud festival (Sant’Arsenio) (SA)
2 agosto - La Spezia (Centro Allende) + i Torquemada
10 agosto - Majano (UD)
18 agosto - Festa di Radio Onda d’Urto + i Pineda (Brescia)
19 agosto - Reggio Emilia (Campo Volo)
20 agosto - Bardineto (SV)
2 settembre - Montalcino (SI)
3 settembre - Homefestival (Treviso)
8 settembre - metarock (Pisa)
venerdì 8 luglio 2011
mercoledì 6 luglio 2011
Verdena @ un girono del tutto differente [foto]
Il tour diary di Omid Jazi

'Ogni minuto che passa è astratto. Le facce iniziano a subire metamorfosi...'
La data al Viper di Firenze, il Venerdì sera, è andata bene, almeno per ciò che mi è rimasta più impressa, ovvero le acrobazie di Alby. A volte, tra tutte queste date, faccio fatica a ricordare i particolari, ma andando a ritroso, o per associazioni, riesco con tutta onestà molto difficilmente, a ricostruire una serata. Le serate sono suddivise nella mente in blocchi settimanali. Almeno per il sottoscritto.
Arriviamo. Se non ricordo male ho passato il viaggio in furgone con Luca e tutta la Crew, mentre Alby e la dottoressa Sammarelli arrivano in macchina.
Ogni volta che entro nel locale, solitamente dalle entrate di sicurezza di fianco al palco, vedo la sala prendere il volo, una visione che racchiude in se la consapevolezza che tra poche ore ci sarà un sacco di gente, si, esattamente qui dove mi trovo ora e capiteranno cose, in poco più di due ore di show che non si possono immaginare.
Io e Luca sondiamo il palco, davanti, immaginandoci dove andranno posizionati gli strumenti e quindi, prendiamo confidenza con la situazione. Ogni volta per me, è imparare, da piccoli gesti che, per i ragazzi, sono quotidianità. Le casse spia sono posizionate laddove il nostro fonico, Davide Perucchini, ne ha fatto richiesta nella scheda tecnica inviata al locale con minuzia di particolari, per garantire l'adeguata strumentazione che occorre allo show. Roberta ha 2 spie, Alby ne ha 2, Luca ha il suo bel Drum Field ( in gergo spia molto potente ) con subwoofer, io ne ho una. Quindi inizio ad aggirarmi nervoso per il palco, pensando se non esagero troppo, dalla mia posizione, a richiedere 2 spie a mia volta. Fermo in nostro tour manager, Nicky Collu, sempre indaffarato. Vengo accontentato.
Alessio Demeo, il Backliner, ovvero colui che si fa un culo per tre (senza togliere niente agli altri), inizia l'operazione di apertura/posizionamento/check degli strumenti. In poco più di mezzo'ora, quando i ragazzi sono in forma, il palco è montato, comprensivo di: Pianoforte e tastiera di Alby, amplificatori e pedaliera di Alby, amplificatori e pedaliera di Roberta, il mio amplificatore, pedaliera e tastiera. Alessio inizia ad accordare le chitarre. Arriva il momento peggiore, il palco è montato, ma i tecnici forniti dal locale devono ancora iniziare a posizionare i microfoni. Bene, servono almeno due ore. Dopodichè inizia il soundcheck. In queste due ore nel migliore dei casi ci si rilassa, si fanno due chiacchere; ma Alberto e Roberta solitamente hanno le interviste. Mi chiedo come facciano, loro due, stremati dal viaggio, a trovare le forze per rispondere, alle solite 10 domande di routine, ma a detta di Alby, è un impegno rilassante, quasi un mantra. Sarà...
Luca nel frattempo, quasi sempre, monta la sua batteria tutta da solo, guai chi lo facesse al posto suo, lui deve farlo da solo. E' per questo motivo che viaggia spesso separato dagli altri, per arrivare prima. Così facendo di solito schiva le interviste, chissà se è tutto calcolato o se è solo un caso... Io penso semplicemente per zelo.
Il checksound dura solitamente un'ora. Alby parte dal piano e segue tutte la fasi del lavoro, lascia spazio a tutti per gestire i suoni di cui hanno bisogno, poi si dedica a particolari per lui molto importanti che non sto a specificare, ma interessanti da imparare ogni volta. Poi passa alla chitarra e inizia così la fase in cui prende più confidenza con il palco, il suo strumento. La pressione sonora che c'è sul palco viene percepita in questo modo da tutti e tre i ragazzi, che capiscono in un attimo, data l'esperienza, se quel determinato stage suonerà bene oppure no, in modo tale da potersi lasciare andare ad una buona performance per il pubblico. Personalmente mi piace il soundcheck, da quel momento so che umore ci sarà per tutta la serata e anche perchè cerco di migliorare ogni volta qualcosa.
Questo è sinteticamente circa ciò che succede prima di ogni concerto.
Siamo nel camerino. Manca poco.
Ogni minuto che passa è astratto. Le facce iniziano a subire metamorfosi, uno per volta Alby si toglie uno strato del vestiario che ha addosso. Roberta inizia i suoi esercizi ginnici rilassanti. Luca sembra in pace, ma in realtà è intimamente in comunione con la sua sensibilità, ciò vuol dire avere una vulnerabilità tale da percepire tutte le vibrazioni per poi esplodere. In Alby l'energia cresce proporzionalmente all'adrenalina che sviluppa in corpo, potrebbe lasciarsi prendere dal panico ma doma gli impulsi, piegandoli ai suoi scopi. Anche Alby si fa aiutare da un altro espediente: per mezz'oretta buona si perde in esercizi vocali, dopodichè finiti quelli passa ad una pratica simil-Joga anche lui, ovvero sibilare una S lentamente a polmoni aperti, andando avanti così finchè saliamo sul palco. A volte, se la situazione lo richiede, Alby interviene e tira su il morale facendo qualcosa di stupido, personalmente apprezzo molto questi gesti e penso sicuramente anche Luca e Roberta; In realtà c'è ansia e si percepisce a distanza. Nessuno osa entrare in camerino, per mezz'ora siamo noi 4 rinchiusi in un'unica stanza e condividiamo tutti solo una cosa, ed è il momento che preferisco in assoluto. In questi momenti succede quella cosa che io chiamo catarsi. Può essere, in base alle circostanze, di sentirsi tutti vicini o tutti lontani, ma non si scappa, siamo chiamati a fare ciò per cui siamo nati, è complicità.. Qui si parla di tre cavalli di razza ragazzi miei.
Ma questa è un'altra storia...
martedì 5 luglio 2011
Roberta su Tgcom

Roberta Sammarelli: "Rifare l'Inno di Mameli? In chiave hard rock..."
Dal disco alle oltre 50 date dal vivo sembrate inarrestabili...
Coi concerti abbiamo intenzione di andare avanti anche in autunno. Nei club è stata un po' una sorpresa, c'è stato il sold-out quasi ovunque e non ci aspettavamo una cosa del genere. Ora è da poco partita la turnée estiva ed è iniziata bene, insomma siamo veramente felici!
Quattro anni di lontananza dalle scene devono essere stati un calvario per degli animali da palcoscenico come voi...
Ci è mancato parecchio il live, ma abbiamo scelto di non suonare finché non avessimo avuto qualcosa di nuovo da proporre. Ci siamo concentrati totalmente sul disco. Abbiamo tenuto duro ed è stata la scelta migliore. L'ultimo anno e mezzo è stato logorante. Non riuscivamo più a mantenerci e abbiamo dovuto tirare la cinghia. Adesso? Diciamo che campiamo! Siamo riusciti a saldare i debiti, la cosa più gravosa che avevamo.
Quali sono state le serate migliori finora?
E' dura scegliere... Le emozioni sono state tante da gennaio a oggi, all'inizio l'adrenalina era mista ad ansia perché le prime date sono sempre più cariche di nervosismo. Le migliori? Al Sud sicuramente: Roma, Napoli, la Sicilia... Quando una data è speciale te ne accorgi subito perché succede qualcosa di magico, uno scambio di energia che è come una pallina da tennis: noi la buttiamo addosso al pubblico e il pubblico ce la ributta indietro sul palco. Quando capita è una bomba, un'emozione bellissima!
Siete in giro dalla fine degli anni Novanta quando con "Valvonauta" alla critica piaceva tanto definirvi i "Nirvana italiani". Eppure la popolarità che vi ha permesso di uscire dal guscio dell'indie rock è scoppiata solo di recente. Come mai?
Ce lo siamo chiesti per tanto tempo... In realtà non c'è un'unica risposta, però quello che pensiamo è che adesso, dopo dieci anni che siamo in giro, stiamo raccogliendo i frutti di quello che abbiamo seminato all'inizio di questo lungo percorso.
Che differenze ci sono nel tour estivo rispetto ai concerti nei club?
Noi c'impegniamo sempre a cambiare la scaletta e ovviamente il nuovo live sarà totalmente diverso da quello che avete visto e sentito fino adesso. Saremo sempre concentrati su "Wow!" e la sua track-list, ma cerchiamo sempre di variare anche nella scelta dei brani vecchi.
Come mai i vostri pezzi storici, quelli dei primi tre album per intenderci, trovano pochissimo spazio dal vivo? Da "Verdena", "Solo un grande Sasso" e "Il suicidio del samurai" al massimo regalate due brani a serata. Molti spettatori alla fine restano forse un po' delusi...
Preferiamo dedicarci alle cose recenti, alla musica che abbiamo voglia di suonare. Siamo sempre stati una band che deve sentire quello che fa, noi ci sentiamo veramente più nostri gli ultimi due lavori, "Wow" e "Requiem". Siamo coerenti con quello che facciamo, siamo sinceri. Ci sono un sacco di pezzi del nostro repertorio che i nostri ascoltatori ci richiedono continuamente, però, se non li non sentiamo più, non riusciamo poi a suonarli, d'altronde lo faremmo in maniera meccanica e senza cuore, quindi preferiamo evitare.
Venerdì 8 giugno vi aspetta una data importante, quella del Traffic Festival di Torino, quest'anno dedicato ai 150 anni dell'Unità d'Italia. Sul palco vi esibirete con la mitica PFM...
Non ci siamo mai conosciuti dal vivo, anche se ovviamente sappiamo la loro storia e l'importanza che hanno avuto per il rock italiano anche grazie ai racconti che ci faceva Mauro Pagani all'epoca della registrazione di "Solo un grande sasso". La scelta del brano – "Maestro della voce" - in realtà è partita da loro. Lo abbiamo ascoltato, ci è piaciuto molto e dovrebbe venire fuori qualcosa di bello.
In tema di Unità d'Italia, avresti mai il coraggio di riarrangiare l'Inno di Mameli?
Io lo stravolgerei in chiave hard rock...
Rita Ferrari
http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/1014612/i-verdena-accendono-il-traffic.shtml
Concerto datato ma di grande impatto emozionale, era il 2001 e questi erano i Verdena all'"Arezzo Wave".
Il diario del tour: la data tipo di Alberto Ferrari

Non c'è nulla di più gratificante per dei musicisti, da quattro anni chiusi in un pollaio a giocare senza sosta con gli strumenti, di una (in)sana tournè, nulla di più liberatorio, specialmente se inaspettatamente di fronte ci sono vasche piene di persone in ascolto. L'ansia da performance però in noi persiste, da anni ormai. Giochi di gruppo con la crew nascono per vincere la tensione, tante battutine fredde per ridere un po' a caso, tutti diventano un personaggio comico con un proprio ruolo, domande a go go, a che ora? Che ora è? Quanto manca? Gesti 'similscaramantici' perchè vada tutto bene. Praticamente il fatto che ogni cosa vada bene è al centro di tutte le preoccupazioni. Già dalla mattina ad esempio io (ma anche gli altri, tutti gli altri) sono già al locale con la testa e penso subito alle mie energie e al mio stato mentale specialmente se è un po' che sono in giro. Dormire è fondamentale per arrivare sul palco e suonare spensieratamente, ma non è sempre così, anzi quasi mai, e allora è una vera battaglia, senza controllo, in cui si cerca in tutti i modi possibili di rendere tutto fluido e potente comunque. Amo la determinazione che si scatena in noi in queste situazioni e quasi preferisco essere stanco.
Non ci sono molte altre parole da spendere sulla vita da musicante ambulante in giro per l'italia, e non mi va di raccontare qualche storiella “rock n' roll” discriminante... Ne avrei da dire ma non voglio. Ripensando ad alcune situazioni, alcune date, viaggi, ecc ecc, il ricordo della giornata in se è nero, come se non avesse alcun senso di vita, un momento macchinoso autistico, ma con una bella macchia bianca sul fondo che identifico subito come unico momento veramente vissuto della giornata, il concerto.
http://www.rollingstonemagazine.it/magazine/articoli/verdena-il-diario-del-tour-la-data-tipo-di-alberto-ferrari/40061
Verdena @ Ferrara Sotto Le Stelle (ungiornodeltuttodifferente)
lunedì 4 luglio 2011
domenica 3 luglio 2011
venerdì 1 luglio 2011
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