Dall'attesa alla rabbia. In mezzo, la
sensazione di essere stati presi in giro, il ricordo dell'aria
irrespirabile e il sospetto di aver corso anche qualche pericolo in
termini di sicurezza. Al centro delle critiche c'è l'organizzazione dell'evento svoltosi ieri sera al Barbara Disco Lab,
che ha consentito l'accesso al locale anche dopo aver raggiunto la
massima capienza: «È uno schifo - scrive un utente nella pagina Facebook
dedicata al concerto – Venti euro per starsene all'ingresso,
era meglio se mettevo il disco in macchina». I malumori, diffusisi già
ieri non appena a molti era parso evidente che la lunga fila all'esterno
del locale avrebbe significato qualcosa in più del prevedibile pienone,
riguardano un po' tutti: da chi ha acquistato i biglietti diversi mesi addietro a
chi ha deciso di partecipare all'ultimo momento facendo leva sulla
possibilità di poter acquistare l'ingresso anche sul posto.
«È stata una delusione grandissima –
racconta Tania - aspettavamo da mesi questo concerto. L'organizzazione
avrebbe potuto dividere l'evento in due serate o evitare di staccare
biglietti all'infinito. Non so com'è articolata la macchina
organizzativa, ma di certo è lampante che secondo nessuna norma di
sicurezza è lecito ammassare tante persone in questo modo». Tra coloro
che si aspettavano di più dall'organizzazione, anche tanti giunti a
Catania da altre città: «Ho fatto duecento chilometri per vederli – scrive Marta su Facebook – non si trattava di semplice calca da concerto, era proprio un fatto di sicurezza, per come è iniziato riteniamoci fortunati che non sia successo nulla. Non ci si poteva assolutamente muovere, in sala c'erano davvero quasi il doppio delle persone che avrebbe potuto contenere il locale». E così se per alcuni l'aver potuto ottenere il rimborso del biglietto
direttamente al botteghino è servito almeno ad alleviare la delusione,
per altri si è trattato di un'esperienza totalmente negativa: «Il fatto
che i Verdena non ritornassero da anni (a Catania, ndr) non
autorizza nessuno a far stare in condizioni disumane. Ho visto solo la
bassista, e a tratti, poi sono uscita perché, nonostante fossi dietro,
mancava l'aria» denuncia un'altra spettatrice.
Ad aver contribuito, inoltre, anche la mole di attrezzature necessarie alla realizzazione dell'evento: «Aver scaricato due camion di attrezzatura ci
ha oggettivamente sorpresi. Ci siamo resi conto solo visivamente,
purtroppo, che quel materiale avrebbe tolto, per forza di cose, spazio
alla sala» spiegano i titolari, che tuttavia tengono a sottolineare come
queste parole non siano un «tentativo di giustificarsi.
Stava a noi tutti (e sottolineiamo tutti) non sottovalutare alcuno di
questi aspetti e rendere il live quel meraviglioso spettacolo che poi è
stato». Anche se non per tutti.
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