giovedì 29 ottobre 2015

Verdena, l’ultra-divertimento e la timidezza

 From: musictraks.com

Siete appena partiti con il tour di “Endkadenz”, come sono andate le prime date?
Abbiamo fatto due date a Firenze, una a Teramo, ma sì, tutto bene…

Del resto, tra primi posti nelle classifiche di vendita e quant’altro, ormai siete abituati al trionfo continuo…
Può essere (ride…)

Non è sorprendente, tutto sommato, visto che siete rimasti integri nella vostra musica?
Mi sorprende tantissimo, ogni volta.

Dopo “Wow”, come mai avete deciso di ripetere l’esperienza del disco doppio?
In realtà volevamo fare un disco singolo e corto dopo “Wow”, però poi abbiamo iniziato a “far giù” tante cose, poi ti piacciono perché ci metti impegno. Poi abbiamo avuto problemi con la macchina di registrazione, quindi abbiamo avuto del tempo in cui non potevamo più registrare e abbiamo composto altra roba. A quel punto abbiamo deciso di fare il doppio anche quest’anno. Tutto molto semplice e spontaneo.

Narra la leggenda che Alberto ci abbia messo otto-nove mesi per comporre i testi del disco. Problemi o perfezionismo?
Più o meno, forse un po’ meno, però sei mesi tutti, tutta un’estate più un altro paio di mesi. Diciamo che come sempre noi prima cantiamo in inglese o in finto inglese, o in qualcosa che sembra inglese alle nostre orecchie. Poi li registriamo così. Quindi noi per un bel po’ ascoltiamo il pezzo in inglese.
Ma poi dobbiamo fare il passaggio all’italiano ed è un po’ impegnativo perché ti sei abituato a quell’inglese lì, il primo periodo ti fa strano. Sai, prima suona tutto da Dio e le parole non hanno importanza, mentre poi cambia tutto. E’ che noi cantiamo in italiano da tanti anni e vogliamo continuare così. O cambiamo nome e ci mettiamo a cantare in inglese…

Più ancora che negli altri dischi mi sembra di aver sentito molta libertà nei dischi. Vi siete divertiti?
Sì, quando si parla di scrivere e registrare i brani, stare in studio, nella nostra saletta prove, secondo me è solo divertimento. Ogni tanto quando registri ci sono le giornate di panico che non combini un cazzo e inizi a dire “che disco di merda”, però in generale quando scriviamo è proprio ultra-divertimento: si gioca, si suona, hai voglia di suonare lo strumento, jammi ed è ultra-libero.

Invece in concerto vi divertite di meno?
Io ultimamente leggermente di più in studio, non è un peso andare in tour, ma tante volte le date non escono bene, mi sono abituato troppo bene a stare in studio, a quel tipo di suono… Mi piacerebbe che fosse al cento per cento anche dal vivo ma non succede sempre.
Verdena, con gli orizzonti liberi
 A separare i due volumi sono stati soprattutto motivi discografici. Ma con il senno di poi può essere stata comunque una buona idea?
Non lo so. Sinceramente se tornassi indietro io farei il doppio, subito e tutto insieme. Ho avuto un po’ la sensazione minima che il volume 2 fosse stato, come dire… Sai con il primo c’è la sensazione dei fans per il ritorno del gruppo che non c’è per tre anni. Il 2 artisticamente è come il primo, è stata soltanto una divisione dei pezzi dovuta alla richiesta dell’etichetta, ma anzi nel 2 ci sono cose molto interessanti.

Come avete diviso le canzoni?
L’abbiamo fatto velocissimamente, perché eravamo in ritardo in tutto… Abbiamo diviso cinque elettriche in uno, cinque elettriche nell’altro, la ballata di qui e di là… Fondamentalmente così.

Alberto ha dichiarato che durante le sessioni ascolta raramente cose “extra”, ma ascolta molta roba vostra più vecchia. Tu come ti comporti?
No, io ascolto anche altro. E’ che lui fa tutto, è il fonico e il tecnico del suono, mixa e fa il produttore, si fa tutto lo sbattimento dalla A alla Z e quindi quando torna a casa non ha assolutamente voglia di ascoltare altro, dopo diciotto ore in saletta. Invece per me è un po’ diverso, ho ascoltato tanta roba anche mentre registravamo, ma non penso che abbia influenzato granché il disco.

In qualche brano ho trovato la necessità di “sporcare un po’ il foglio”, con qualche particolare, qualche voce fuori campo. Per quanto paradossale, ho avuto l’impressione che aveste la paura di suonare troppo “puliti” e perfetti…
Mettiamo tante sovraincisioni sui pezzi, è una cosa che ci piace, ci esce naturale. Sì, forse inconsapevolmente lo facciamo anche per sporcare… Per coprire i “buchini” qui e là.

Due parole su “Fuoco amico”, che mi sembra un pezzo fondamentale…
E’ nato così, in jam come sempre… Era il periodo che stavamo facendo gli “elettrici” . La parte 2 è stata più o meno attaccata, ma non mi ricordo proprio esattamente quando è nata. Ha qualche passaggio alla Melvins qui e là…

Quali sono le tue canzoni preferite dei due dischi?
Del volume 1 mi piace molto “Contro la ragione”, del 2 invece mi piace fare “Nera Visione” dal vivo.

Tra i vostri colleghi esordienti italiani che girano adesso c’è qualcuno che ti piace particolarmente?
Ce ne sono tanti adesso. Noi stiamo portando un po’ di gente in tour, da qualche anno. Qui a Bergamo ci sono diversi nomi belli che consiglierei di andare ad ascoltare: ci sono i Sonars, poi ci sono gli Universal Sex Arena che ci portiamo in tour ogni tanto (ma loro sono di Pordenone, quelle zone lì…), poi ci sono i Myriam in Syberia, che sono molto bravi secondo me. Questi sono i nomi che mi vengono in mente adesso, ma poi ce ne sono miliardi di altri. A Bergamo c’è tanta roba bella…

Sarà anche un po’ merito vostro no?
Boh, non lo so, ne sarei contento… Vedo che piano piano le cose stanno cambiando, la psichedelia è sempre più presente, il gusto del suono, le melodie, è un bel momento. La gente suona tanto, con gli orizzonti anche liberi, mi sembra.

Iniziate a passare dalla parte dei maestri…
No dai (ride), spero di no cazzo! Abbiamo ancora tanto da imparare…

La tua umiltà è lodevole, però insomma, il successo c’è , la sostanza anche… Anche sta cosa che tutti scrivono: i Verdena, il gruppo più amato e più odiato d’Italia. La sentite così?
Non lo so, per me è uguale, è giusto che sia così… Ognuno ha i propri gusti. E che cazzo…

http://www.musictraks.com/intervista-verdena.html

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