
Ciao Luca. Come va, dopo il grande successo di “Wow” e il tour sold-out di quest’anno?
Abbiamo iniziato a suonare un mese fa, stiamo bene. Ora ci rimetteremo a suonare tutti i giorni.
Grande successo,tour sold-out eccetera: cosa ha significato per voi WOW?
Non pensavamo che andasse così bene, non ci abbiamo mai pensato. Siamo stati fortunati, è stato bello ricevere un successo del genere, anche se noi pensavamo solo a suonare.
Come vedi il vostro futuro? Alberto in un’intervista diceva che con Requiem e WOW si è chiuso un ciclo, cosa ci puoi anticipare del futuro?
Non so dirti con precisione, sicuramente abbiamo in mente di percorrere altre strade, nuovi stili da esplorare. Poi non si sa mai, magari ci mettiamo a fare un disco metal! (ride)
Il rock italiano è sempre più spesso associato a voi, anche all’estero: come ci vedono là fuori?
È molto dura, se canti in italiano come noi. L’Italia all’estero significa sempre Masini, Pavarotti, mafia, pizza e mandolino. Non si scappa dai soliti stereotipi. Vedi, per esempio, noi abbiamo fatto recentemente cinque date in giro per l’Europa: c’era pochissima gente, gli italiani per via della lingua non tirano.
Secondo te ci sono dei punti di forza e dei punti deboli del nostro rock, rispetto ad esempio alla grande tradizione inglese?
Tutto sta in come cresci. Noi e tanti gruppi della nostra età sono cresciuti con il rock inglese, come se vivessimo in America o in Australia, perchè negli anni ’80 da noi era raro trovare qualcosa da ascoltare che non sapesse proprio di “italiano”. Ora però siamo diversi, ci stiamo avvicinando come stile e come atteggiamento alle tradizioni più affermate. Insomma, non stiamo rimanendo chiusi nel nostro recinto con il solito De Andrè, stiamo provando a confrontarci con l’estero.
Chi consiglieresti, allora, come gruppo italiano del momento?
Innanzitutto i Jennifer Gentle di Padova, sotto contratto con la Sub Pop, con cui ho collaborato in due dischi fantastici, poi Spread e Verbal di Bergamo, due gruppi veramente interessanti. Alla fine di roba ce n’è, oggi come oggi nell’underground italiano trovi tanti gruppi che non hanno niente da invidiare ai colleghi inglesi e americani.
Domanda difficile: esiste ancora, secondo te, una “storia del rock”? Semplificando all’estremo, si potrebbe dire che negli anni ’50 c’era Elvis, nei ’60 i Beatles e nei ’70 i Led Zeppelin. Nel 2011 si fa ancora musica “in avanti”, privilegiando il nuovo, oppure ti sembra di suonare in un’epoca senza tempo, dove tutte le influenze convergono?
Eh sì, domanda difficile! Però penso sia vero, abbiamo tutti il cervello intasato dalla quantità di musica che gira ovunque anche grazie a Internet. Siamo decisamente in una situazione di stallo, dove ogni artista tira fuori qualcosa che però facilmente si perde in mezzo a troppo altro materiale, influenze ecc. Spero e credo che ci saranno ancora gruppi come i Nirvana, capaci di trascinare le folle e voltare pagina, per cambiare aria.
Hai nominato i Nirvana, come tanti critici hanno fatto per provare a raccontare la vostra musica. A questo punto non posso non chiederti quali sono i gruppi che vi hanno ispirato, e portato fin dove siete ora..
Bè i Nirvana ci sono di sicuro, insieme agli Stray Cats, poi c’è Alberto che ha sempre ascoltato tantissimo i Beatles, e io che come passione ho l’hard rock, partendo dai Led Zeppelin per arrivare ai Black Sabbath. I classici. Poi secondo me, le grandi ispirazioni ce le hai solo da giovanissimo. Per esempio, noi a 16 anni avevamo veramente una spinta particolare nel fare cover dei nostri gruppi preferiti, poi da più grande ti “stacchi”, ascolti musica in modo diverso. Anche perchè se suoni, vuoi fare qualcosa di nuovo; noi secondo me lo stiamo facendo, sopratutto negli ultimi due album. Non come per il secondo disco, che è venuto fuori nel nostro periodo di amore per i Motorpsycho: ti dico, sarò stato a dieci loro concerti, li ascoltavamo sempre, quel disco sembra veramente roba loro! (ride)
Per chiudere, com’è stata la decisione di lavorare nell’ormai noto “Pollaio” (studio di registrazione in Valle del Lujo)?
Benissimo, abbiamo iniziato con qualche Ep e la Universal ha accettato la nostra idea di lavorare e registrare qui. Sai, qua lavorare è più facile perchè provi, magari sbagli e riprovi ogni giorno, senza dover buttare via un sacco di soldi in studi di registrazione. A noi non capita mai di prendercela col fonico perchè ci ha fatto buttare via una giornata di affitto di sala prove! (ride) Tra l’altro non lo facciamo solo noi, è una scelta che stanno facendo sempre più gruppi, per concentrarsi solo sulla musica. E poi guarda, Alberto qua si trova bene, gioca coi mixer tutto il giorno ed è diventato un maniaco dei suoni..
http://www.outsidersmusica.it/recensione/intervista-ai-verdena-dopo-wow-si-apre-un-nuovo-ciclo/
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